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Don Alessandro Minutella novello San Giovanni Battista

di Luigi Avella
11-12-2018

Il caso del sacerdote scomunicato a Palermo. Scismatico o difensore della fede

Sono cinque anni che viviamo in imbarazzo spirituale a causa di una ingiustificata agitazione teologica sui contenuti della santa religione cattolica. Un tempo sufficiente per distruggere tutte le tradizioni millenarie della Chiesa. Tradizioni che non sono acquisite sull’esperienza degli uomini ma ancorate alla rivelazione di Dio ed in particolar modo sull’insegnamento di Nostro Signore Gesù Cristo. L’uomo ha bisogno di guide illuminate, non dalla luce artificiale ma dalla luce dello Spirito. Un magistero che affermi l’inesistenza di Satana come personificazione del male è un invito a nascondere l’esistenza dei demoni e di conseguenza addossare a Dio le conseguenze del peccato e le tragedie dell’umanità. Insinuare la cattiva tradizione evangelica, sulla trasmissione degli insegnamenti più genuini della nostra fede, a causa della mancanza di tracce magnetiche sulla voce autentica del divin maestro, significa aprire una vasta aria di confusione dottrinale e autorizzare l’incredulità su ogni comandamento della legge di Dio. Come è possibile sottintendere che l’inferno non esiste e poi invitare alla recita quotidiana del Santo Rosario dove a Fatima la Santa Vergine ha insegnato la preghiera del “liberaci dal fuoco dell’inferno”? Forse avevamo bisogno di modificare il “non ci indurre in tentazione”, per una cattiva traduzione? È Satana che induce al male, piuttosto che tentare l’uomo? Forse il vocabolo indurre (o condurre) è sinonimo di tentare? Se ciò fosse vero si dovrebbe modificare anche il passo evangelico “e lo Spirito condusse Gesù nel deserto per essere tentato”. Ma davvero i cristiani sono diventati così ingenui da lasciare al Male il “condurre” alla prova? E, chi è Maria? Un tremore scuote l’anima del credente nel venerare la tutta Pura la tutta santa: Colei che è la madre di Dio e la testimone visibile della fratellanza con il Risorto. Arriveremo anche ad abortire il santo Sacrificio per non irretire i “separati” e distogliere lo sguardo su Colui che è la nostra salvezza. Nessuno sembra accorgersi di nulla, eppure una voce grida nel deserto: raddrizzate le vie del Signore. Non rendete le vie tortuose e insicure. È la voce di don Alessandro Minutella, scomunicato per reati di eresia e apostasia. Accusato di scisma e disubbidienza. Quanta ipocrisia e quanta cattiveria. Accusare un uomo, un sacerdote, un fedele, un seguace di Cristo, sapendo che la Chiesa è in fermento. Qual è il vero reato di  questo sacerdote? È il reato del “Non in nomine meo” Nulla sia modificato o distorto in mio nome. Ognuno di noi si fa voce di questo grido: non in nomine meo! Accuse plateali dal mondo dell’incredulità e del falso misticismo. Accuse da parte di chi non ha mai pronunciato la testimonianza “io sono di Dio”. Accuse che provengono da miscredenti, atei, ideologhi, ex fattucchiere diventate operatori turistici e dispensatori di fede. Ma chi è disposto a salvare anime con la sofferenza e il dolore? Chi si offre vittima per la salvezza delle anime? Forse il Corpo mistico di Cristo è stato destinato ad una sorte diversa del Crocifisso oppure Pietro, invece di scegliere la croce si manifesta e testimonia “il volemose bene” di romanica memoria? Odo la voce del maestro: Pietro sono diretto a Roma per essere crocifisso. Pietro: non sia mai maestro. Gesù, il Salvatore: vai retro Satana che mi sei di scandalo. Per ogni Pietro che abiura, che scandalizza e bestemmia, c’è un don Minutella. Ci siamo tutti noi che abbiamo udito e accettato di combattere la battaglia a fianco della Donna vestita di Sole.

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Luigi Avella

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