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Il progetto “BE.SOCIAL" per superare il digital-divide dei piccoli esercizi commerciali

di Paolo Brambilla
16-02-2020

L’esclusione digitale è un rischio reale per metà della popolazione italiana. L'intera società si sta adeguando ad un nuovo sistema di comunicazione. Chiediamo a Marco Bacini qualche dettaglio sul suo progetto BE.SOCIAL

Come nasce il progetto BE.SOCIAL? Risponde Marco Bacini founder di B.SOCIAL.
Il progetto BE.SOCIAL nasce poco più di un mese fa in maniera del tutto casuale: insieme a mio fratello Luca stavamo facendo la rassegna stampa dei quotidiani e ci siamo imbattuti in un articolo che raccontava come in un paese della provincia di Brescia i negozi in controtendenza rispetto all’Italia, nell’ultimo anno non avevano chiuso e questo perché il Comune aveva investito in formazione offrendo corsi per l’utilizzo dei social, fornendo così uno “strumento” in più ai microimprenditori per aiutarli a superare la crisi. Oltre ad essere docente di comunicazione digitale per la School of Management dell’Università LUM sono anche un imprenditore, conosco molto bene il mondo del retail avendo sviluppato reti di negozi (in Italia e all’estero) e sono anche Presidente di un’associazione di Via a Milano (ASCO XXII Marzo) e pertanto pienamente consapevole delle difficoltà del settore avendole vissute in prima persona.

Si parla sempre più di innovazione e digital-divide, il progetto affronta questi temi?
L’esclusione digitale è un rischio reale per metà della popolazione italiana ed è quanto riportato dall'ultimo rapporto ISTAT “Cittadini e ICT” dove viene evidenziato come più del 60% degli italiani abbia competenze digitali basse o di base. Numeri che fanno da fondamenta all’iniziativa strategica “BE.SOCIAL" che ha come obiettivo proprio quello di superare il Digital-Divide e diffondere la cultura digitale. L’obiettivo è quello di creare un percorso condiviso di trasformazione culturale e digitale del Paese partendo dai piccoli negozi delle città vero tessuto “Sociale”, spesso trascurati e in grave crisi, a causa di una trasformazione del mercato e delle abitudini dei Consumatori che hanno assunto un ruolo determinante nei comportamenti e nelle scelte di acquisto trasformandosi in “ConsumAttori” di un mercato globale. La nostra azione ha l’obiettivo di mettere in pratica attività che verranno svolte congiuntamente dal sistema educativo, con soggetti pubblici e impresa, per creare un’azione strutturata ed efficace contro un Digital-Divide che non è strutturale (partendo soprattutto da Milano) ma di competenze.

A chi è rivolto BE.SOCIAL?
Il Progetto BE.SOCIAL è rivolto soprattutto in questa prima fase ai negozi che animano le nostre città che sono e saranno sempre più un punto fermo e “reale” anche per quelli che abbiamo definito come nuovi “ConsumAttori”. Con il proliferare dei Social Media si è assistito ad un inesorabile processo di cambiamento e di sviluppo non solo tecnologico, ma anche culturale, sociale, politico ed economico, che ha rivoluzionato profondamente le abitudini e i comportamenti degli individui, così come il loro modo di comunicare, di lavorare e di relazionarsi con gli altri. L'intera società si sta adeguando ad un nuovo sistema di comunicazione basato su una maggiore partecipazione da parte degli utenti della Rete, che vengono oggi definiti “Prosumer", ovvero contemporaneamente produttori e fruitori d'informazione.

Che cosa vuol dire essere SOCIAL nel 2020?
Partiamo dal presupposto che nel 2020 è imprescindibile essere “Social”, e avere una presenza strutturata e organizzata su più social media. I Social in questo nuovo contesto assumono un ruolo strategico e determinante ed è da queste premesse che insieme alla School of Management dell’Università LUM e a Federazione Moda Italia-Confcommercio, abbiamo deciso di organizzare questo primo Workshop completamente gratuito per aiutare i negozi e le piccole aziende del settore moda, fornendo un ausilio agli stessi per un utilizzo efficace ed efficiente della comunicazione social. E oltre a me ci saranno gli ex alunni del Master da me coordinato (EMMISM Influencer Marketing and Social Media Management) ad offrire le proprie competenze e ad affiancare i negozianti in aula. Il Progetto lo vogliamo far partire da Milano, ma da esportare in tutta Italia. In meno di una settimana abbiamo raccolto più di 100 richieste di partecipazione da parte di negozi e microimprese e senza ancora averlo realizzato abbiamo già avuto richieste per sviluppare BE.SOCIAL a Varese e a Bari.

In che modo i SOCIAL possono svolgere una funzione Sociale?
Ciò che oggi accomuna le persone, è il desiderio di partecipazione sociale: la volontà di costruire un dialogo biunivoco, una conversazione; i canali social, quindi, sono lo strumento perfetto (ribadisco ormai imprescindibile) per avvicinare le persone anche ai negozi “fisici”. Motivo per cui, nasce l'esigenza di un'alfabetizzazione digitale soprattutto delle nostre micro- imprese, per fronteggiare in maniera vincente i nuovi scenari di sfida del panorama digitale e del mercato globale, ed in questo senso il nostro voler educare ad una cultura Social a nostro avviso può avere una funzione Sociale. Nella maggior parte dei casi, oggi non avere alcuna presenza sui Social Media equivale automaticamente al non esistere, all'essere "tagliati fuori" dal mondo. Tuttavia, l'essere presenti non è sufficiente. Il fattore determinante è la "consapevolezza" della presenza. Bisogna esserci per raggiungere un obiettivo reale, veritiero e calcolabile. Paradossalmente, l'utilizzo dei social senza una convincente strategia è ancora peggio di una non presenza. E il nostro obiettivo è proprio quello di creare competenze e consapevolezza dell’importanza dello strumento digitale.

SCHOOL OF MANAGEMENT
Università LUM  Jean Monnet INTERNATIONAL STUDIES
Villa Clerici - via Terruggia 14 - 20162 MILANO
TEL. 02/35924611 - Cell +39 3518685150
http://management.lum.it

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Paolo Brambilla

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