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Liberazione di Mussolini al Gran Sasso: Una storia da riscrivere

di Vincenzo Di Michele
31-01-2017

Nuove verità sulla finta prigionia del Duce nel settembre del 1943 a Campo Imperatore nel libro di Vincenzo Di Michele “L’ultimo segreto di Mussolini ” (ed. Il Cerchio)

Nei libri di storia è scritto a chiare lettere che il 12 settembre del 1943 i tedeschi compirono una grande impresa al Gran Sasso e liberarono Mussolini . Agli inizi del 2017 e a distanza di più di settant'anni: "quanti segreti mantenuti ancora in ombra sulla complicità del governo italiano nella nascita della RSI e della Prima Repubblica Italiana ! " C’è infatti una diversa versione dei fatti "un accordo sottobanco tra il governo Italiano e i tedeschi ". L' otto settembre del 1943 l’Italia annunciò l’armistizio con le Forze Alleate. C’era però un altro tavolo, quello non ufficiale, dove il governo Badoglio continuò a collaborare con il vecchio amico tedesco. Tra ricatti, ostaggi, minacce e sotterfugi, l’illustre prigioniero Mussolini veniva così sottratto agli Alleati e consegnato ai tedeschi il 12 settembre a Campo Imperatore.

Questa nuova verità storica con inediti e altre testimonianze viene ampiamente illustrata nel libro di Vincenzo Di Michele “ L’ultimo segreto di Mussolini ” ed . Il Cerchio; ( pubblicato anche in inglese : The Last Secret of Mussolini – From Campo Imperatore to the Italian Social Republic: a story to be rewritten ). Si trattò di un accordo tra il governo Badoglio e i tedeschi e la vicenda è raccontata sin dagli inizi grazie anche alla testimonianza – sconosciuta a molti – di Karl Radl, l’aiutante di colui che erroneamente è stato sempre considerato il vero artefice dell’“Operazione Quercia”: il capitano Otto Skorzeny. In una dichiarazione scritta rilasciata personalmnte al Di Michele, l’agente Nelio Pannuti, addetto alla sorveglianza personale di Mussolini al Gran Sasso affermò che quell’incursione dei tedeschi “sembrava proprio un’azione concordata, tant’è che, una volta liberato il Duce, ci fu un momento conviviale tra soldati italiani e tedeschi nella sala dello stesso albergo, tutti con le armi in spalla pacificamente”.

Infine ci fu anche l’azione italiana del governo nel riaggiustamento storico. Infatti, il comandante dei carabinieri al Gran Sasso Alberto Faiola fu pure encomiato nel suo foglio matricolare, quando al contrario questi non solo non predispose alcuna misura cautelativa, ma venne anche meno ai suoi doveri – dove peraltro ci fu anche un’ azione giudiziaria  volta a smentire il tutto  e sempre tenuta nascosta – invitando alcuni suoi amici proprio in quei giorni all’albergo di Campo Imperatore

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Vincenzo Di Michele

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