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P.O.W. E CAMPI DI CONCENTRAMENTO INGLESI IN AFRICA E IN INDIA, NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
di Tito Olivato21-12-2018
Attraverso un diario di carta igienica di settantadue anni fa, esce dall'oblio la storia della battaglia di Cheren e i campi di concentramento inglesi nella'Africa Orientale e in India. Protagonista Guido Olivato, scrittore del romanzo P.O.W. suo figlio Tito.
Mi chiamo Tito Olivato, docente di lettere e musicologo. Ho editato un nuovo romanzo dal titolo P.O.W. (Prisoners of War).
Ambientato nella seconda guerra mondiale, in Africa Orientale, il romanzo storico si incentra sulle vicende dei militari italiani contro gli inglesi nella battaglia dimenticata dai libri scolastici e decisamente rilevante per l'importanza storico-politica del secolo scorso: la battaglia di Cheren.
Furono 56 giorni di lotta strenua (febbraio-marzo 1941) senza esclusioni di colpi, con migliaia di morti. Il romanzo mette in luce le imprese belliche dei militari italiani e in particolare del sergente Guido, sempre in prima linea sui monti Forcuta e Sanchil, a capo di un gruppo di militari che hanno tenuto testa all'attacco sproporzionato per forza, mezzi e riforrnimenti degli anglo-sudanesi.
Quindi la resa degli italiani, la prigionia e i campi di concentramento a Massaua, Wad-Madani e Zeidah. Il romazno spiega le condizioni di vita dei lager e poi analizza gli anni (più di 4) passati nel campo di concentramento a Dehradun, in India, ai piedi dell'Himalaya.
La storia si dipana dal 1941 alla fine del 1946, il protagonista è il padre dell'autore, che ha lasciato un diario di appunti scritto su carta igienica custodito gelosamente e con affetto e che ora vede la luce dopo 72 anni di oblio.
Tito Olivato
Ambientato nella seconda guerra mondiale, in Africa Orientale, il romanzo storico si incentra sulle vicende dei militari italiani contro gli inglesi nella battaglia dimenticata dai libri scolastici e decisamente rilevante per l'importanza storico-politica del secolo scorso: la battaglia di Cheren.
Furono 56 giorni di lotta strenua (febbraio-marzo 1941) senza esclusioni di colpi, con migliaia di morti. Il romanzo mette in luce le imprese belliche dei militari italiani e in particolare del sergente Guido, sempre in prima linea sui monti Forcuta e Sanchil, a capo di un gruppo di militari che hanno tenuto testa all'attacco sproporzionato per forza, mezzi e riforrnimenti degli anglo-sudanesi.
Quindi la resa degli italiani, la prigionia e i campi di concentramento a Massaua, Wad-Madani e Zeidah. Il romazno spiega le condizioni di vita dei lager e poi analizza gli anni (più di 4) passati nel campo di concentramento a Dehradun, in India, ai piedi dell'Himalaya.
La storia si dipana dal 1941 alla fine del 1946, il protagonista è il padre dell'autore, che ha lasciato un diario di appunti scritto su carta igienica custodito gelosamente e con affetto e che ora vede la luce dopo 72 anni di oblio.
Tito Olivato
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